Palestra di scrittura: Natale a Londra #creativemoment

Natale a Londra.

Tema Natale
Ambientazione obbligatoria: Londra
Genere: A scelta.

Nella minuscola camera d'albergo vicino a Hyde Park Elio grondava sulla moquette dopo una sfortunata camminata sotto l'improvvisa precipitazione pioggia mista neve. Le scarpe da tennis facevano sciaf a ogni passo, i jeans erano scuri fino al ginocchio e la giacca... un tempo era la sua giacca preferita, ora era uno straccio per pulire i pavimenti. Sfortuna vuole che un'auto sbucata da dietro la Victoria Station accelerasse nella sua direzione proprio mentre lui scioccato per l'improvvisa nevicata cercava di calcolare la distanza fino al prossimo Pub e l'inondasse con la pozzanghera di melma. L'autista di quell'auto si sarà sentito non solo fischiare le orecchie per la quantità di care parole indirizzateli da Elio, ma arrivato a casa come minimo gli sarà venuto il mal di pancia.
Non sapendo cosa fare per prima Elio cercò di estrarre la sedia dalla trappola gentilmente offerta dagli albergatori, che consisteva nell'avvicinare il letto alla scrivania in modo da non potercisi infilare, ne sedersi sulla sedia. Volendo si poteva scrivere comodamente dal letto. Lanciando bestemmie anche a chi aveva inventato questa diavoleria Elio entrò nel bagno, accese l'acqua calda e si spogliò, lasciando i vestiti nel mucchio sul pavimento.



Il tempo passato sotto l'acqua bollente gli sembrò un'eternità, era pronto a dimenticare l'accaduto e ricominciare da capo a patto che nulla di sgradevole gli accadesse di nuovo. Questo viaggio fu il regalo della sua fidanzata per il suo compleanno. Sarebbero dovuti venire in due, era tutto prenotato, il volo, l'hotel e anche il giro panoramico sulla famosa ruota. L'unica cosa che non era programmata era di essere mollato a due giorni dalla partenza. Si era presentata tutta in tiro, come se stesse andando a un appuntamento. Lui pensò che gli sarebbe toccata una seratina romantica. Lei invece gli fece passare la voglia di avere ancora a che fare con le donne. Disse che si era innamorata di un altro, che "lui non conosceva" e che apparentemente "non frequentava prima di mollarlo, per correttezza". Elio non le credette ne allora, ne dopo, quando le sue corna strisciarono sul soffitto dell'aereo. L'ultimo ricordo di lei, quel posto accanto libero che gli ha permesso di non condividere il suo spazio vitale con uno sconosciuto.
Uscito dalla doccia avvolto dentro l'enorme asciugamano, Elio accese il phon per asciugarsi i capelli, ma non ebbe il tempo di sentire nemmeno un po' d'alito caldo sul suo ciuffo arricciato quando con un'allegra scintilla la luce si spense.
Imprecando come un marinaio e inciampando prima sul gradino tra il bagno e la stanza, poi nello spigolo del letto e infine nell'abat-jour Elio riuscì a trovare la valigia e mettersi qualcosa addosso. Ringraziò la provvidenza, precisamente sua madre, quando si trovò un paio di scarpe di riserva. Prese il marsupio con il cellulare e il portafogli e uscì fuori. Le luci d'emergenza illuminavano i corridoi di arancione. Uno alla volta gli ospiti dell'hotel spuntavano dalle loro stanze.
Elio proseguì fino alla Hall e si affacciò fuori. Era buio, ma buio pesto anche lì. Apparentemente le luci erano saltate anche in tutta la strada. Non poteva uscire a controllare fin dove si estendesse il disastro perché era uscito senza la giacca e quella che aveva comunque non gli sarebbe servita.
Si accorse di tremare di freddo, insieme alle luci erano saltati anche i riscaldamenti e soprattutto con la gente che faceva avanti e indietro per guardare la strada l'ambiente si raffreddò velocemente. Ancora un po' e avrebbe nevicato lì dentro.
Irritato, tremolante e con un lieve senso di colpa si avviò verso verso la sua camera e solo quando riuscì a posare la mano sulla maniglia si rese conto di qualcosa di molto importante, un dettaglio che gli era sfuggito prima. Mancava l'elettricità, quindi non poteva usare la chiave elettronica per entrare, era rimasto bloccato fuori!
Un urlo primordiale esplose nella sua gola. Si scagliò contro la porta disperato come un pesce spiaggiato. La gente si bloccò a fissarlo, qualcuno si raffrettò a nascondersi nella stanza, lontano da quel pazzo turista Italiano.
Elio spingeva la porta, bussava con i pugni, i piedi, le ginocchia, si scagliava con la testa e con tutto il corpo... la porta non accennava a cedere, lui non accennava a smettere. La rabbia, anzi la frustrazione di quella manciata di giorni si trasformò in un unico nemico- la porta.
Tremando dalla rabbia e impotenza si fece male, ma non si fermò e perse completamente il controllo immerso nel suo dolore fino al collo come dentro le sabbie mobili, fredde e avvolgenti.
Così quando una mano calda gli toccò il braccio lui sussultò e fece un balzo con le spalle alla porta trovandosi faccia a faccia con una ragazzina. Una piccola moretta coi capelli raccolti in uno scignon. Era vestita in modo bizzarro e i brillantini... quelli erano ovunque sul suo viso, i capelli, la gonna, sulle braccia, e anche sulla sua mano sospesa a mezz'aria dove prima c'era lui, l'animale feroce dentro la sua gabbia, ora un coniglio tremante.
La bimba ritirò la mano e gli fece un inchino delicato. Poi con passi leggeri volteggiò in una danza silenziosa e potente. La luce che emanavano quei brillantini la facevano sembrare una visione. Elio non era nemmeno certo che non lo fosse. Solo un attimo prima era dentro l'inferno più profondo e ora un angelo lo trascinava nel paradiso per i capelli.
La ragazza continuò la sua danza e lui lentamente si accasciò sul pavimento e cadde in un sonno profondo, leggero, liberatorio.
Al mattino aprì gli occhi e inizialmente non capì dove si trovava. Era steso per terra in un corridoio avvolto nei plaid che gli pizzicavano le mani e il collo. Si alzò frastornato e notò la porta, intatta, della sua camera. La lucina rossa del meccanismo d'apertura indicò il ritorno dell'energia elettrica. Elio aprì la porta ed entrò nella sua camera - letto intatto, i vestiti lavati e stirati appesi sulla gruccia della tintoria e il biglietto con le scuse da parte dell'hotel infilato in mezzo al cesto pieno di frutta e di cioccolatini. Oltre a quello sul letto c'era un pacchetto regalo con un altro biglietto.
"Quando si sentirà di nuovo triste si ricordi di me. Con tanto affetto, Buon Natale!", e dentro il pacco lui trovò un carillon. Lo caricò e mise sulla scrivania. La dolce musica malinconica riempì la stanza e la piccola ballerina con le mani rivolte verso il cielo volteggiò per Elio.

Commenti

Post più popolari